Mi sono vaccinata contro la pertosse il 17 febbraio scorso, alla ventottesima settimana di gravidanza, quando ero in attesa di Vittoria.
Non posso dire di aver fatto lo stesso sei anni fa, quando ero in attesa di Niccolò, e non certamente perché non lo volessi ma per semplice mancanza di informazioni a riguardo: nessuno, infatti, mi aveva informata di questa possibilità, di fatto precludendomela.
Questa volta, grazie alla positiva evoluzione della divulgazione scientifica sui vaccini e grazie al mio approccio digitale che mi ha portata spesso in passato ad approfondire con serietà molteplici tematiche legate all’opportunità e al beneficio di vaccinarsi, non ho avuto dubbi.
Appena è stato possibile, ho prenotato presso la mia ASL di riferimento con una semplice e-mail la vaccinazione contro la pertosse.
Che cos’è la pertosse?
La pertosse è una malattia infettiva respiratoria altamente contagiosa che può mettere a rischio la vita dei neonati.
Si tratta di una malattia decisamente ostile, nota anche come “tosse dei cento giorni” a causa della durata dei sintomi che, spesso, possono protrarsi anche per più di dieci settimane.
È in particolare nella fase parossistica che i sintomi si fanno più violenti comportando un notevole rischio per i bambini molto piccoli: tosse sempre più violenta con colpi in rapida successione, soprattutto di notte, accompagnata da notevoli difficoltà respiratorie, vomito e cianosi (colorito bluastro).
Le conseguenze, che dipendono ovviamente dalla violenza dei sintomi, includono complicanze polmonari, neurologiche, emorragie nasali, otiti e problemi nutrizionali (gli attacchi possono infatti essere tanto ravvicinati e intensi da rendere difficoltosa l’alimentazione del bambino).
La prevenzione
Ho fatto il vaccino antipertosse alla ventottesima settimana di gravidanza per proteggere Vittoria dai rischi collegati alla pertosse nei primissimi mesi di vita – ovvero quando i bambini, per via del loro sistema immunitario immaturo, ancora non sono stati sottoposti alle vaccinazioni – grazie all’immunizzazione materna.
La vaccinazione in gravidanza contro la pertosse è infatti, ad oggi, l’unico strumento efficace di prevenzione della pertosse nei neonati tramite il passaggio di anticorpi dalla mamma al proprio bambino.
Dal momento che gli anticorpi della mamma si riducono progressivamente, è raccomandato per la donna vaccinarsi ad ogni gravidanza affinché ciascun nascituro riceva medesima ed adeguata protezione.
La finestra temporale in cui sottoporsi alla vaccinazione è tra le 27 e le 36 settimane – idealmente alla ventottesima – e si consiglia di coinvolgere in tale copertura anche i familiari stretti che avranno contatti con il nascituro affinché la copertura sia ottimale.
La vaccinazione antipertosse è sicura per la mamma e per il bambino che porta in grembo, è gratuita ed è tra quelle raccomandate per le donne in gravidanza dal Ministero della Salute.
Vi consiglio di chiedere al vostro medico, al vostro ginecologo o alla vostra ASL di riferimento per avere tutte le informazioni utili e necessarie.
Vaccinarsi è importantissimo: un piccolo gesto che racchiude un grande atto di amore e protezione.
“Io ti proteggerò” è una campagna informativa realizzata da GlaxoSmithKline S.p.A. con il patrocinio della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e dell’Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI)