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Un libro sconvolgente, che tocca l’anima

Comincio così, con un libro breve ma di un’intensità sconvolgente, questa nuova rubrica dedicata alla lettura.

Frequentavo il secondo anno del liceo scientifico quando, in occasione delle vacanze estive, il professore di italiano e latino diede a me ed ai miei compagni una lista di libri da leggere. Venticinque titoli, tra i quali ne avremmo dovuti scegliere otto (se non ricordo male) da leggere durante i lunghi giorni di vacanza.

Ovviamente li acquistai tutti. Qualcuno devo ancora leggerlo.

Iniziai il mio percorso di letture estive proprio con questo libro, non sapendo a quale sconvolgente esperienza stessi andando incontro.

Perché “La notte” di Elie Wiesel racconta in prima persona l’esperienza dell’autore, poco più che ragazzino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald.

Cento pagine vivide, sconvolgenti, strazianti e crude, il racconto impressionante di un disumano abominio, che leggerete in una notte ma che vi resterà impresso per molto, molto tempo.

“La notte” è un libro che ti tocca l’anima.

Ne ho letti tanti di libri di questo genere, ma nessuno mai tanto coinvolgente.

Un libro assolutamente da leggere!

“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai”.

4 commenti su “Un libro sconvolgente, che tocca l’anima”

  1. Grazie per questa rubrica, io sono lettrice onnivora vda sempre è sempre pronta ad ogni suggerimento. Allora ti consiglio buon libro che è un pugno nello stomaco, meravigliodo. Il sole dei morenti, di Jean Claud Izzo.

  2. Wow… Non ho mai avuto il coraggio di leggere nulla a riguardo! Mi fa troppo male! Ricordo solo la lettura in classe da parte della professoressa di italiano de Il diario di Anna Franck (non sono sicura della trascrizione corretta del cognome)… Di anni ne sono passati almeno 20 da quei giorni… E cmq ho ancora vivido in me il ricordo di quelle parole… La bravuta della nostra insegnante a scandire ogni singola parola… Credo che la mia fede iniziò a vacillare proprio in quei giorni…

    Ps grazie x la bella rubrica

    1. E’ un tema che, passami il termine, mi ha sempre “affascinata” per la mia sconfinata fame di sapere e di capire fino a che punto l’uomo possa spingersi per irrazionale follia a compiere atti e gesti tanto truci. Grazie mille!

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