Non voglio banalmente parlarvi di un prodotto, non voglio elogiarne le caratteristiche tecniche o le incredibili prestazioni.
Non voglio tediarvi con degli sterili dettagli o impressionarvi con una recensione degna di quelle che trovate sulla Guida Gambero Rosso per i migliori ristoranti in cui sforare il plafond della carta di credito.
Voglio però raccontarvi di una divertentissima esperienza che ci ha visti protagonisti e di come abbiamo trascorso delle giornate al parco decisamente fuori dal comune.
Ormai, passeggiando per il parco, non è cosa rara fermarsi a fissare qualche passante a bordo di qualche strana e nuova moda del momento come la balance board, il monopattino elettrico con le ruote luminose e tante altre robe assurde di cui non conosco il nome.
Ed ecco che, a luglio, quelli da fissare al parco siamo diventati noi, attirando la morbosa attenzione dei passanti.
Non so se i curiosi fossero più stupiti di vedere me arrancare in bicicletta pedalando come Fantozzi oppure marito che sfrecciava per i viali sul Quinny Longboardstroller in compagnia di un bambino urlante per l’entusiasmo.
Ho provato uno strano sollievo nell’appurare che i passanti erano affascinati da quel padre degenere che sfrecciava sui viali zigzagando con un bambino legato a quello che sembrava un passeggino montato su uno skateboard, e non dalla mia sagoma ansimante che cercava di stargli al passo pedalando a rotta di collo.
Alla fine ho posato la bicicletta e mi sono seduta su una panchina per osservare, giusto per capire, e per analizzare le reazioni della gente.
Ogni volta che Gianluca sfrecciava davanti a me, era divertentissimo vedere le bocche dei bambini trasformarsi in dei giganteschi “OOOooohhh”, vederne alcuni saltare impazziti per l’entusiasmo gridando “Guarda, mamma! Guarda! E’ bellissimo!” ed altri molto più diplomatici che “Papà, ma che cos’è quello strano coso?” ed infine i melodrammatici “Perché noi non ce l’abbiamo, papà, perchèèè??? Anche io lo voglio, ti pregooo!”.
Le reazioni dei genitori erano divise in due: mamme divertite ma non troppo, papà gasati come una bottiglia di Brio Blu la Rossa Frizzantissima.
Padri, esaltati peggio dei figli, che prendevano a gomitate nello sterno le mogli per deviare l’attenzione sul Longoboardstroller definendolo, nella maggior parte dei casi, una “figata pazzescaaa, bellissimooo, ma non ci posso credereee lo voglio anche iooo”.
Mogli esasperate dall’ansia che i propri mariti, incapaci di avvitare una lampadina senza farla esplodere, una volta tornati a casa si cimentassero in un misero tentativo di riproduzione inchiodando il passeggino ad un’asse di legno montandoci sotto quattro ruote comprate al Leroy Merlin e che quindi, per placare gli animi ed abbassare l’entusiasmo, si limitavano a “Mmm, sì dai, carino… ma tanto tu che cosa te ne fai che è già tanto se esci di casa il martedì per mettere fuori la pattumiera?! Sei il portabandiera della pantofola, lascia perdere”.
Gianluca e il Nic, nel frattempo, si divertivano talmente tanto che ad un certo punto sono spariti per una buona mezz’ora.
Il parco di Monza è immenso ed ho pensato che i casi potessero essere due: o si erano persi, oppure erano finiti nel laghetto.
Propendevo più per la seconda.
Alla fine, quando marito si è ripresentato al mio cospetto, mi ha spiegato di essere malauguratamente finito con il Longboardstroller nell’immensa area giochi del parco e, ogni venti metri, c’era qualche genitore (ovviamente padri, soprattutto) che lo fermava per chiedere sbalordito cosa fosse quello strano mezzo su cui viaggiavano lui e il Nic.
Quello strano mezzo è niente più e niente meno che un passeggino (dotato di tutte le componenti standard di un passeggino) montato sopra un gigantesco longboard (o skateboard, tanto per intenderci).
Insomma, una figata pazzesca!
È bene precisare che non si tratta di un passeggino e che sarebbe impensabile concepirlo come tale: non ha le ruote piroettanti, non sale agilmente su gradini e marciapiedi, è pesante per via della tavola realizzata interamente in legno e della struttura del passeggino, concepita per un utilizzo sicuro e dotata pertanto di tutte le opportune protezioni.
Il Longboardstroller è studiato per essere utilizzato in spazi aperti, su superfici asfaltate e prive di ostacoli ed è dunque concepito come strumento ludico per svolgere attività genitore-figlio all’aria aperta al parco, nelle aree pedonali, sulle piste ciclopedonali, sul lungomare per passare una giornata in famiglia diversa dal solito.
Io lo concepisco come lo strumento perfetto per far divertire i papà insieme ai figli perché, ve lo dico fuori dai denti, se siete atletiche come me e tutte le donne della mia famiglia non riuscirete a fare più di cinque metri alla volta senza fermarvi in preda al panico da velocità.
Il Longboardstroller è infatti veloce come uno skateboard e, neanche a dirlo, il casco di protezione è obbligatorio.
Io, con questo divertentissimo passeggino a rotelle ci ho fatto ben poco, giusto qualche foto ed un imbarazzantissimo video, perché ci tenevo molto a renderla un’esperienza unica ed esclusiva per Niccolò ed il suo papà e, infatti, ho scritto questo post a quattro mani insieme a mio marito che non ha perso occasione per rammentarmi di dire che “è una figata pazzesca e tutti i papà del mondo dovrebbero provarlo almeno una volta nella vita!” e perché ci tenevo, almeno per una volta, a parlare di qualcosa che possa interessare più ai papà che alle mamme con cui solitamente interagisco.
È stata davvero una bella esperienza, quella che abbiamo vissuto con il Quinny Longboardstroller.
Ma abbiamo pensato che raccontarla per iscritto fosse riduttivo e che la privasse di quella componente giocosa ed adrenalinica che ha contraddistinto le nostre scorrazzate al parco.
E allora, per raccontarvi meglio cosa si prova a sfrecciare su un passeggino volante, abbiamo girato un video.
Anzi, due.
Ed eccoli qui.
Buon divertimento!