Correva il lontano 1981 quando una giovane Loretta Goggi cantava la famosa Maledetta Primavera che, ad un certo punto, recitava “che imbroglio era, maledetta primavera”.
Già.
Perché qualcuno mi deve spiegare se è mai possibile che all’avvento della primavera, all’apparenza tutto fiori, colori e uccellini cinguettanti, debba corrispondere ogni maledetto anno una fase di vulnerabilità infantile sconvolgente.
O, almeno, è quello che ho riscontrato in prima persona su Niccolò ma che, stando ad un’approssimativa indagine, pare accomunare un sostanzioso numero di bambini.
In pratica succede che l’allungarsi delle giornate, con i primi pomeriggi tiepidi e soleggiati di quelli che ti fanno venire voglia di uscire per una passeggiata, nasconde il tranello dietro l’angolo.
Nel nostro caso il tranello si chiama broncospasmo e arriva sempre puntuale come la primavera e come la scadenza dell’IVA da pagare.
Non che di solito il Nic non ne soffra, però diciamo che ciò che si manifesta in questo periodo rasenta sempre ed immancabilmente il tragico:
- Marzo 2015: ricoverato una settimana in ospedale a soli 70 giorni di vita.
- Aprile 2016: abbiamo scampato il ricovero ma abbiamo vinto comunque un broncospasmo fotonico.
- Marzo 2017: ricoverato una settimana in ospedale.
- Marzo 2018: abbiamo vinto un sensazionale trittico di broncospasmo, antibiotico e cortisone.
Capirete bene per quale motivo io abbia da ridire su queste birbantate primaverili alle quali, ovviamente, si aggiunge un malumore diffuso.
Insomma, l’avvento della primavera è tanto bello e sensazionale quanto impegnativo dal punto di vista psicofisico.
Nel corso degli ultimi episodi di broncospasmo ho notato che Niccolò era particolarmente abbattuto (chi conosce il problema sa bene che questi attacchi di tosse sono tremendi e debilitanti), inappetente, stanco e suscettibile e mi sono dunque presa la briga di confrontarmi con la pediatra, che mi ha fatto notare come l’episodio sia stato evidentemente accentuato dai cambiamenti esterni legati al manifestarsi dei primi abbozzi di primavera.
E quindi?
Quindi mi sono fatta una passeggiata fino in farmacia e mi sono fatta una bella chiacchierata con la mia farmacista e nutrizionista di fiducia, tornandomene a casa con in mano una scatoletta per Niccolò.
In buona sostanza ho scelto, partendo dal presupposto che male non avrebbe certo fatto e che bene invece forse sì, di proporre al Nic l’assunzione di un ciclo di integratori alimentari ricchi di nutrimenti funzionali appurando che non era il caso di fare una vera e propria cura ricostituente.
Un innocente aiutino, insomma.
L’aiutino in questione è Energia Oro di Buona, un integratore alimentare specifico per bambini a base di Pappa Reale fresca, rosa canina, mirtillo nero e vitamine del gruppo B, utile in caso di affaticamento ed inappetenza oltre che in situazioni di lenta ripresa da una convalescenza.
Mi sembrava che rispondesse bene alle sue vulnerabilità e che potesse quindi essere tanto innocuo quanto efficace nell’aiutarlo a ritrovare la sua consueta e folle vitalità. E così è stato.
E siccome quello degli integratori è un mercato saturo nel quale non si sa mai cosa cavolo scegliere tra gli scaffali stracolmi delle farmacie, io ho pensato bene di fermarmi qua.
Nel senso che se una cosa va bene, funziona e ci piace, è inutile mettersi a cercare altro, non trovate?
Quindi io mi sono fatta amica il Buona Energia Oro e me lo tengo a mente come jolly da poter usare qualora se ne presentasse la necessità (tra l’altro alcune settimane fa ho pubblicato delle Instagram Stories dove accennavo appunto a questo integratore e ho riscontrato attraverso i numerosi commenti di non essere l’unica ad essermi trovata bene, anzi, in verità siete davvero parecchie).
E allora chissenefrega se è arrivata la “maledetta primavera”!
Fai pure, carissima, accomodati e dispensaci di fiori, colori e broncospasmo.
Che tanto noi qua ci siamo attrezzati e siamo finalmente pronti ad accogliere tutto il bello (e il fastidio) che hai da offrirci!