L’avete visto il film “Quasi amici”?! Se non l’avete ancora fatto, provvedete quanto prima e vi garantisco che mi sarete immensamente grati per la dritta.
Però, ecco, anche tra coloro che hanno visto il film, ho scoperto che sono in molti a non conoscere l’esistenza del libro autobiografico “Mi hai cambiato la vita” di Abdel Sellou.
Sapete chi è Abdel?
Abdel, autore del libro, è il badante. Colui che nel film si chiama Driss Bassari e viene interpretato da quel pezzo d’uomo di Omar Sy (e che nella realtà è un adorabile e simpatico signore con la pancetta e le tettine).
Ho catalogato questo libro come lettura da weekend per la sola ed unica ragione che, a mio avviso, ve lo leggere tutto d’un fiato in un massimo di due giorni: un weekend, appunto.
Per quanto io sia solitamente scettica e restia nel leggere un libro dopo averne visto il relativo film (di solito prima leggo il libro, a costo di rinunciare per mesi alla visione del film), in questo caso posso garantirvi che ne vale comunque la pena.
Anzi, ne vale certamente la pena.
La vicenda deduco la sappiate già, però ve la sintetizzo facendovela breve giusto per darvi una misera infarinatura nel caso non siate a conoscenza nè del film, nè tantomeno del libro, e non abbiate dunque la minima idea di cosa diamine io stia parlando.
“Mi hai cambiato la vita” è il libro autobiografico di Abdel Sellou, un giovane scapestrato con una vita difficile alle spalle e appena uscito di prigione per piccoli reati che, presentatosi nel disinteresse più assoluto ad un colloquio di lavoro al solo scopo di ottenere il sussidio di disoccupazione, viene invece assunto come badante dal ricco Philippe Pozzo di Borgo, paralizzato su una sedia a rotelle in seguito ad un tragico incidente. Una sfida, di cui non voglio anticiparvi proprio nulla, che porterà Abdel e Philippe ad aprire l’uno gli occhi dell’altro.
Due vite distanti anni luce, che sapranno intrecciarsi in un susseguirsi di risate (Abdel è un adorabile cretino) e momenti profondi e che vi terranno con gli occhi incollati alle pagine fino all’ultima riga.