Se c’è una cosa che ho capito in questi cinque anni di “maternità canina”, è che…
No. Fermi tutti.
Rewind.
Sono cinque anni e poco più che Slash fa parte della mia vita, e di cose in verità ne ho capite tante, non una sola.
Ha insegnato più lui a me che io a lui.
Ed oggi vi voglio parlare di un aspetto importante e spesso sottovalutato che comporta l’avere un cane: ce ne dobbiamo prendere cura.
E non parlo delle basi fondamentali come nutrirlo, accudirlo, coccolarlo, lavarlo e così via.
Parlo di un aspetto responsabilistico legato alla salute del nostro animale domestico.
E mi concentro sul cane, dal momento che non ho i parametri per parlarvi di altri animali domestici.
Se avete un cane, avete il dovere di tenere sotto controllo la sua salute e lo dovete fare per lui, per voi e per la comunità che vi circonda. Da subito.
Quando portate a casa il vostro cucciolo batuffoloso o il vostro adorabile trovatello, dovete sempre avvalervi di un professionista, di un veterinario esperto, per effettuare i controlli di routine tipici per il nuovo arrivato ed effettuare la regolare profilassi antiparassitaria.
Però, poi, non deve finire tutto lì.
Non è che se il vostro cane non ha nulla (o sembra non avere nulla) per anni allora dovete smettere di sottoporlo a dei controlli periodici.
E sapete perché?
Perché ci sono in giro tantissimi parassiti bastardelli che potrebbero infestare la vostra palla di pelo senza che voi ve ne accorgiate. Finché il cane non sta male e siete costretti ad andare comunque e in ogni caso a trovare il veterinario.
Io non ho bisogno dei controlli periodici programmati, perché tanto Slash non perde mai occasione di concedersi una visitina dalla sua adorata veterinaria, preferibilmente nel fine settimana e ancora meglio se in fascia oraria straordinaria: e una volta per la dermatite, poi per lo sperone rotto e sanguinante, poi per la gastrite, poi ancora per la dermatite, poi per l’unghia tranciata alla radice, poi per la dermatite, poi per il vomito, poi per la dissenteria, poi per la dermatite, poi per l’orecchio tagliato, poi per la coda incarnita, poi ancora per la dermatite.
Insomma, se consideriamo che nel 90% dei casi si è autoinflitto e si autoinfligge continuamente i suddetti fastidi, la tappa dal veterinario è d’obbligo.
E l’ultima tappa è stata lo scorso sabato: coda apparentemente incarnita.
Facciamo la visita e la medicazione, e la nostra amica con il camice sbausciato ci chiede se abbiamo notato altri sintomi: sì, beh, si gratta il didietro nell’erba e defeca strano (lo strano non ve lo racconto). Facciamo un test, velocissimo ed indolore, su suggerimento della nostra dispensa umana di croccantini imbonitori. Risultato: giardiasi. E che caspita è ‘sta roba? È uno scherzo? L’avete inventata al momento e Slash è il primo vincitore del premio “cane sfigato dell’anno”?
Chiediamo informazioni.
Si tratta di un protozoo presente nella flora intestinale di quasi tutti i nostri amici a quattro zampe. Presente, ma innocuo. Finché non si manifesta per i motivi più svariati: contagio tramite lesioni cutanee (il caso di Slash, che aveva un’infezione in prossimità dell’attaccatura della coda e da lì è partito il contagio), tramite ingestione o contatto con le feci degli altri cani al parchetto e gentilmente omaggiate dagli educatissimi padroni, contatto con altri animali infetti in luoghi affollati come le aree cani e così via. Provoca disturbi gastrointestinali come vomito, diarrea, inappetenza, perdita di peso e dolore addominale. Non è una patologia stagionale, per cui si può contrarre in inverno tanto quanto in estate, soprattutto se si frequentano luoghi popolati da animali come i parchetti, le strade affollate, i canili (e infatti il test per diagnosticare la giardiasi rientra tra quelli di routine effettuati in caso di adozione, sia di cuccioli sia di animali adulti).
Se non lo avessi portato per scrupolo dal veterinario, non ce ne saremmo accorti probabilmente per molti altri giorni. E francamente la mia coscienza era in lotta tra la curiosità di portarlo a fare un accertamento oppure curarlo con l’antibiotico che ci viene sempre prescritto quando Slash combina qualcosa e si fa venire qualche infezione.
Per fortuna che la ragione ha prevalso sulla coscienza.
Se non ci fossimo andati, oggi il mio giardino sarebbe un campo minato.
Nulla di grave, nulla di pericoloso, nulla di preoccupante.
Ma la giardiasi va curata come si fa con qualsiasi altra malattia.
Per il vostro amico peloso, per voi e per i vostri figli. Soprattutto per i vostri figli. Perché i bambini sono curiosi, toccano tutto, riescono anche a mettersi in bocca lo scopino del wc in quei due secondi in cui vi distraete per sfilarvi le scarpe di rientro dal lavoro.
E la giardiasi è contagiosa per l’uomo, nani inclusi.
Ma basta una terapia orale di alcuni giorni per guarire il vostro animale, debellare il simpatico protozoo portatore di giardia ed impedire la diffusione del contagio.
Ma, per poter ricevere le dovute cure, la malattia va prima diagnosticata. E non può essere diagnosticata se non ci prendiamo la briga di sottoporre l’amico cane ai dovuti controlli. Insomma, un cane che si morde la coda (battutaccia).
Per cui il consiglio che mi sento di darvi è quello di sottoporre il vostro animale domestico a dei regolari controlli periodici come fareste e sono certa facciate già per voi stessi, magari in concomitanza delle vaccinazioni per evitare di incorrere in problematiche che, seppur di lieve o poco preoccupante entità, con il passare del tempo potrebbero diventare non più tanto trascurabili.
Ricordatevi una cosa che, per me, è di fondamentale importanza: avere un cane è un impegno, è prendersi cura di un altro essere vivente e pensante (anche se, a guardare le stupidate che combina Slash, pare lobotomizzato), è condividere gioie e dolori (raccogliere la cacca molle causata dalla giardiasi, per esempio), è fare sacrifici ed essere ricompensati con uno scodinzolio al rientro dal lavoro, è dare amore e riceverne ancora di più.
Ed è finché morte non ci separi.
Non dimenticatevelo.
Mai.
“Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te”.
Franco Battiato
Post in collaborazione con Trilud