Che bello essere imperfetti!
Fateci caso. In un acquario di pesci rossi, immancabilmente, l’occhio vi cadrà in maniera inconsapevole su quel poveretto che ha la macchiolina nera sulla coda.
E’ una legge universale e non scritta.
Mia mamma mi diceva sempre, ogni volta che mi lamentavo se a scuola la maestra non mi aveva fatto il complimento per il lavoretto svolto, che “le cose fatte bene non le nota nessuno, le cose fatte male le notano tutti”.
Succede ancora oggi, quando mi incazzo perchè su diecimila lavori svolti il mio capo si fossilizza sulla virgola omessa nell’e-mail rimuovendo completamente tutto il resto del lavoro regolarmente svolto in maniera ineccepibile.
Niente da fare. Funziona così.
E allora, se questa legge vale anche per le persone, mi sa tanto che io vivo al centro dell’attenzione.
Perchè sono quanto di più imperfetto possa esistere sulla faccia della terra.
Fisicamente e caratterialmente.
Partiamo dal “fisicamente” affinchè si possa offrire un pò di carne da macello a chi mi odia e a chi non vede l’ora di incontrarmi di persona per scoprire tutto ciò che di brutto c’è in me. Vi facilito il compito. Ve lo dico io.
Ho la cellulite. Anche al cuoio capelluto. Cellulite ovunque. Buchi neri. Un Emmenthal con le gambe. Se la pubblicità della Somatoline dice il vero quando afferma che “la cellulite è una malattia”, allora io sono terminale. Sto per morire.
Sono stempiata. A furia di legarmi i capelli ed a seguito della gravidanza, ho più peli sulle braccia che capelli sulle tempie.
Ho i punti neri. Pori dilatati ovunque.
Sono grassa. Sono decisamente pesante e, ora che ho trovato la pace dei sensi, sto provvedendo al ripristino delle mie forme originarie.
Ho la pancia cascante. E passatemi che almeno questa è solo ed esclusivamente una conseguenza della gravidanza. Concedetemi di giocarmi il jolly per giustificarmi. Rimane il fatto che ho la pancia che, schiacciandola tra le mani, sorride come quella di Homer Simpson.
Ho le smagliature. E non mi dilungo. Tutte sappiamo cosa sono e perchè vengono.
Passiamo al carattere.
Sono diretta, a volte troppo. Schietta, senza filtri. Sincera, con il rischio che tale aspetto venga scambiato per presunzione o arroganza. Pazienza, me ne faccio una ragione.
Sono permalosa da far schifo. Ditemi che vi sembro ingrassata e vi arriva una pedata nel culo.
Sono nervosa, irascibile, suscettibile e tutto ciò che finisce con “ibile”.
Non sono nulla, invece, di tutto ciò che finisce con “abile”: amabile, adorabile, coccolabile.
Però una cosa la voglio dire: sono circondata da persone che mi vogliono bene così come sono. Che mi vogliono bene nonostante tutto. Ed è questo “nonostante tutto” a fare la differenza.
Comunque ieri mi sono divertita tantissimo a cazzeggiare su Facebook, perchè mi sono resa conto di quanto sia vera questa storia del finire sotto i riflettori per i difetti anzichè per i pregi.
Non ho visto Sanremo e nemmeno sapevo che sarebbe iniziato l’altra sera.
Eppure ieri nessuno parlava d’altro. Anzi, no. Nessuno parlava di Sanremo, ma tutti parlavano di Arisa.
Avete presente? Foto ovunque, commenti, insulti, caricature… Tutti a parlare di Arisa, del suo vestito di merda, delle gambe storte e via dicendo.
Nessuno a parlare di quella figa fotonica di Madalina Ghenea.
Sapete perchè? Perchè lei era perfetta, Arisa no.
Cosa voglio dire con tutto questo?
Siate fiere delle vostre imperfezioni, perchè sono il vostro biglietto da visita. Sono ciò che vi rende diverse, uniche.
Parlino bene, parlino male… chissenefrega…
Ah, quasi dimenticavo! Ho una gigantesca voglia di caffelatte spiaccicata in mezzo alla pancia, un bel 10×8 centimetri, unica nel suo genere. Perfettamente imperfetta e la amo perché, in qualche modo, rende unica anche me!
Per fortuna!