Devo essere sincera: Harry Potter escluso, che guai a chi me lo tocca, il genere fantasy è qualcosa che proprio non mi attira ed è assai raro che io riesca a trovare in libreria qualcosa in grado di coinvolgermi.
È per questo che ho accolto in casa “I Leggendari – Le porte di Avalon”, primo volume della saga fantasy scritta da Angy Pendrake ed edito da Edicart, con un misto di grande scetticismo e sana curiosità.
Se non altro – mi sono detta – ogni tanto è bello anche sperimentare generi nuovi e la lettura di un nuovo libro cela sempre qualcosa di bello. Spesso smontando i pronostici.
È un po’ quello che mi è successo con “I Leggendari”, un libro rivolto principalmente ai ragazzi ma che, io ne sono la prova, non dispiace nemmeno agli adulti (sempre che io rientri in questa categoria, sia chiaro!).
La vicenda è ambientata a metà tra realtà e fantasia, tra New York ed Avalon, nel mitico regno che si nasconde in una realtà parallela a cui si accede attraverso un portale immerso nel Central Park Lake e dove Myriddin – la figura senza tempo di Merlino – accoglie nel castello degli Eroi Leggendari gli inconsapevoli discendenti degli antichi eroi ed eroine di tutti i tempi, per aiutarli a risvegliare l’eroica e potente eredità che risiede in loro ed istruirli nella disciplina a cui sono destinati, attraverso l’uso di una versione moderna dell’arma a suo tempo designata ai predecessori.
La protagonista Angy, ignara discendente di Re Arthur Pendragon di Camelot, è una ragazza americana con la testa fra le nuvole che frequenta il primo anno di liceo e vive il peso di essere considerata una grandissima sfigata da gran parte della scuola.
Non sa però che, nel giorno del suo compleanno, un misterioso invito su pergamena le cambierà per sempre la vita, catapultandola nel regno di Avalon insieme ad altri ragazzi che, loro malgrado, dovranno mettersi alla prova lavorando sui pregi ed i difetti ereditati dai propri discendenti per prepararsi alla spietata Eterna Lotta che sta per ricominciare per opera della terribile e subdola Morgana.
Il libro cela interessanti punti di connessione con la quotidianità degli adolescenti di oggi: si affronta il tema del bullismo, si parla della necessità di lavorare sui propri difetti così da trasformarli in punti di forza e della capacità di superare i propri limiti grazie alla tenacia, alla forza di volontà e alla fiducia verso un valido punto di riferimento.
Ed è per questo che lo trovo interessante: questo libro parla ai giovani, con un linguaggio fresco e pertinente, trasformando una storia avvincente in uno spunto di riflessione su alcune tematiche vicine ai giovani lettori.
Vi lascio, a tal proposito, con una domanda posta all’autrice Angy Pendrake nel corso di un’intervista e la relativa risposta, che trovo significativa e rivelatrice di quelli che sono i contenuti celati nel libro.
Che punti di contatto ci sono con la realtà di oggi?
“I protagonisti sono ragazzi comuni, che vivono nel mondo reale e affrontano i problemi di tutti i giorni: la scuola, i bulli, genitori spesso assenti… Non sono ragazzi con doni straordinari, sono “ragazzi della porta accanto”, alle prese con la loro vita fatta di scuola, amicizie, primi amori, videogiochi e social network…Angy, per esempio, passa intere giornate, compreso il giorno del suo compleanno, senza nemmeno incrociare i suoi genitori che, pur volendole bene, sono spesso assenti e distratti. Presi da mille cose, si dimenticano la più importante: esserci. Questo è sicuramente un aspetto purtroppo molto diffuso nella realtà dei ragazzi di oggi, soprattutto nelle grandi città: adulti che spesso non ci sono, o che non sanno ascoltare…”
Ve lo consiglio: sotto l’albero ci starebbe molto bene, anche nel caso in cui non siate più degli adolescenti!