Alzi la mano chi ha figli piccoli ed è ormai diventato un veterano della materia più odiata e temuta dai genitori: la febbre.
Io, nella mia seppur breve carriera da mamma, posso già vantare un invidiabile curriculum di malanni e fastidi curati: sesta malattia, bronchiolite, bronchite con broncospasmo, mani-bocca-piedi, orticaria virale ed orticaria allergica oltre a due infelici ricoveri di una settimana ciascuno in ospedale.
Insomma, il Nic non si è fatto mancare nulla!
In tutti questi malanni acquisiti c’è però una costante di cui non tutti i genitori conoscono le molteplici sfaccettature, finendo talvolta per prendere fischi per fiaschi o agendo convinti di fare bene e rischiando invece di lasciare invariata o peggiorare la situazione.
Sto parlando, appunto, della febbre.
Che cos’è la febbre?!
La febbre è un meccanismo di difesa che il nostro organismo mette in atto per rispondere ad un’infezione.
Talvolta è fastidiosa, talvolta innocua, alle volte invece preoccupante.
Come ci si deve comportare, quindi? E come possiamo riconoscere i casi in cui è necessario stare in allerta o quelli, invece, in cui occorre solo portare pazienza?
Ce lo ha spiegato, poco tempo fa, il Dottor Jacopo Pagani, pediatra del Pronto Soccorso Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma, durante un evento dall’emblematico nome “Che Giungla Questa Febbre!”
Proprio così! Perché spesso ci troviamo a dover fronteggiare la febbre dei nostri bambini nel fine settimana o durante la notte, quando il pediatra non è disponibile, finendo con il commettere uno dei più grossi errori che si possano commettere: documentarci in rete, presi dall’apprensione del momento, avventurandoci appunto nella giungla di informazioni spesso errate che circolano sul web.
Non è il mio caso, dal momento che mi fido della mia pediatra ed ho chiesto a tempo debito tutto ciò che mi occorreva sapere, e considerando che la febbre non rientra tra i temi che mi preoccupano circa la salute di Niccolò (avendo a che fare con un bambino asmatico, diciamo che mi spaventa di più l’insorgere di una banale tosse piuttosto che una febbre alta ma asintomatica).
Ed eccomi qua, allora, a fare chiarezza su alcune informazioni utili ed indispensabili per non allarmarci quando non serve e per allertarci quando se ne dovesse presentare l’occasione.
- Quando la febbre deve essere considerata un campanello di allarme?
Se il bimbo ha meno di trenta giorni di vita, anche qualche linea di febbre deve essere affrontata con la dovuta serietà ed il bambino va portato al pronto soccorso per un controllo tempestivo;
Fino ai tre mesi di vita, è opportuno chiamare il pediatra nel caso si presentasse un qualsiasi episodio di febbre, anche apparentemente bassa;
Fino al primo anno di età occorre tenere monitorato l’andamento della febbre e, in ogni caso, contattare in giornata il pediatra per valutare la necessità di un controllo;
Dopo l’anno di età, anche in presenza di febbre alta ma senza altri sintomi evidenti, è invece opportuno contattare il pediatra solo se dopo due o tre giorni la febbre non cala o se compaiono altri sintomi.
In ogni caso, comunque, se la febbre è associata a dolore o a qualsiasi altro sintomo, è necessario contattare il pediatra per un controllo in grado di accertare che non ci siano altre problematiche in corso.
Questo significa che il nostro indice di allerta deve basarsi sui sintomi e sui segnali dati dal bambino, non soltanto su ciò che ci riferisce il termometro.
- A proposito di termometro: come si misura la febbre?
La febbre si misura sempre con un termometro digitale in quanto ad oggi è considerato il più affidabile in termini di sensibilità alla misurazione e il più sicuro a livello manuale. Allo stesso modo, la misurazione ascellare è considerata la più sicura e la più affidabile, anche nei neonati, pertanto considerate pure superate le misurazioni rettali e quelle orali, spesso fuorvianti o non corrispondenti al vero.
- Come ci si deve comportare in caso di febbre?
Anzitutto è da considerarsi febbre una temperatura che superi i 37,5 gradi (dunque tenete presente, cari mariti prossimi al testamento, che 37,2 non è febbre e potete tranquillamente superare la notte).
NO alle spugnature in caso di febbre alta perché non solo sono inutili ma, se fatte con il vecchio rimedio dell’alcool, posso addirittura risultare dannose.
NO anche alle coperte per far sudare il bambino che, al contrario, deve essere scoperto e vestito con abiti leggeri per consentire al corpo di reagire allo sbalzo termico dovuto alla febbre: se il bambino trema o suda, infatti, è perché il corpo sta rispondendo correttamente agli stimoli inviati dal “termostato” del cervello. Se proprio volete applicare delle pezze bagnate sulla fronte, pur sapendo che servono a poco o nulla, potete farlo, perlomeno sono innocue.
- Quando vanno somministrati farmaci?
Sarebbe opportuno non somministrare nulla al di sotto dei 38,5 gradi ma, ovviamente, se ci rendiamo conto che nostro figlio è sofferente pur avendo una temperatura più bassa, possiamo dargli del paracetamolo (antipiretico) o dell’ibuprofene (antinfiammatorio e antidolorifico) prestando molta attenzione al dosaggio: occorre dosare i farmaci in base al peso e non in base all’età del bambino, affinché le dosi siano precise e si riducano gli effetti collaterali, rispettando anche gli intervalli di somministrazione indicati sul bugiardino. Ricordate che è peggio un farmaco somministrato male rispetto ad una comune febbre. Per lo stesso motivo sono assolutamente da preferire i farmaci per somministrazione orale (gocce, sciroppo) rispetto ad esempio alle supposte (che, oltre a non poter essere dosate con la stessa precisione, possono subire interferenze che ne riducono l’assorbimento – vedi, ad esempio, la presenza di feci in sede di inserimento).
- Come si affrontano le convulsioni febbrili?
Fermo restando che grazie al cielo non ho mai dovuto affrontare una situazione simile che, a prescindere da quanto vado ad esporvi qui, posso immaginare essere una scena particolarmente preoccupante e destabilizzante per un genitore, è opportuno tirare un profondo respiro ed agire in maniera lucida senza allarmarsi e sapendo che le uniche situazioni in cui è necessario intervenire sono:
- Se la convulsione si manifesta per la prima volta sopra i 5 anni di età, perché potrebbe essere un campanello di allarme per patologie come l’epilessia;
- Se la convulsione dura più di cinque minuti consecutivi.
È quindi importante, per il bene di nostro figlio, avere la lucidità necessaria a poter annotare la durata e la periodicità degli episodi (informazioni essenziali per il medico) sapendo che, ad eccezione dei due casi segnalati sopra, le convulsioni febbrili sono un aspetto che non deve destare particolare preoccupazione.
È importante, in caso si verifichi una convulsione, lasciare il bambino sdraiato a terra senza intervenire in alcun modo (in particolare senza mettergli le dita in bocca) e liberando lo spazio circostante da qualsiasi pericolo contro cui potrebbe sbattere nel corso dell’attacco. Solo a convulsione terminata, è necessario intervenire sdraiando il bambino sul fianco in posizione di sicurezza e portandolo poi al pronto soccorso avendo annotato le informazioni necessarie all’analisi della situazione.
Direi che adesso posso definirmi preparata sull’argomento e spero vivamente che anche voi abbiate trovato utili, oltre che interessanti, tutte queste preziose informazioni.
Anche perché si avvicina un lungo ponte di Halloween.
E, si sa, che quando c’è aria di ponte e si hanno dei figli… meglio non fare programmi ad alta voce!
Che la febbre è sempre in agguato ma, perlomeno, adesso sappiamo come affrontarla!
(Evento realizzato con il patrocinio della Casa Pediatrica ASST Fatebenefratelli Sacco e il contributo non condizionato di Reckitt Benckiser)
2 commenti su “La febbre nei bambini: ecco cosa occorre sapere”
Ho aspettato di avere un po’ di tempo per leggere questo post e devo ringraziarti perché è davvero chiaro e molto utile, dopo averlo inoltrato prontamente al mio compagno per la questione del 37.5 che lo destabilizzerà un pochino, ne sono certa ma potrà sopravvivere… Lo salverò sicuramente nei preferiti. Grazie ancora e un grande abbraccio da mamma di un quasi 2enne con broncospasmo, che come te si spaventa molto di più per un colpo di tosse che per una febbre a 38 senza altri sintomi 🙂
Grazie infinite a te per i complimenti e un abbraccio solidale per il marito. Il duenne se la caverà, dicono che crescendo poi passi… speriamo! Un abbraccio!