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E’ tutto un attimo

Ci ho pensato tanto, ho riflettuto a lungo prima di decidermi a scrivere questo post.

Perché non mi piace scrivere cose scontate, cadere nella banalità o, peggio ancora, scrivere di getto in un momento di rabbia col rischio di incappare in luoghi comuni difficili a morire ed essere fraintesa nelle mie intenzioni.

Ci ho pensato a lungo.

Ed eccomi qui, non per essere l’ennesima voce sgomenta dinnanzi a tanto odio, ma perché ne ho bisogno io.

Ho bisogno di sfogarmi, di scrivere, di scaricare da qualche parte l’immensità di pensieri contrastanti che mi affollano la mente.

Però poi mi fermo, faccio un passo indietro e riacquisto un certo autocontrollo.

Il papà di un mio amico si trova lì, a Nizza, a 30 metri dal luogo in cui hanno fermato la folle corsa di quel maledetto camion.

Da ieri sera non rispondeva al telefono.

Eravamo tutti tesi come corde di violino.

Lui, non so.

Avrei voluto entrare nella sua testa, per scoprire cosa pensava.

Poi suo papà, poco fa, ha risposto al telefono. Poche parole, pochissime, ma sono bastate a farci tirare un sospiro di sollievo senza fine.

Ho scorto nei suoi occhi smarriti la paura, quella che non ti fa ragionare, che ti offusca la mente e ti toglie quel poco di lucidità necessaria ad affrontare la situazione.

Ho visto, nei suoi occhi, la stessa angoscia di tutti quei figli, fratelli, sorelle, genitori, amici, fidanzati, mariti che in queste ore stanno aspettando notizie.

Sollievo o disperazione.

Speranza o disillusione.

Vita o morte.

Basta un attimo a cambiare una vita.

Basta un attimo a rovinare una vita per sempre.

È tutto un attimo.

“Si sta come

d’autunno

sugli alberi

le foglie”

Soldati – Giuseppe Ungaretti

[Vorrei scrivere quello che penso davvero, vorrei raccontarvi dell’odio irrazionale che mi pervade, vorrei dirvi del godimento che proverei nel vedere torturati questi ignobili esseri. Non mi vergogno a dire che li vorrei vedere tutti morti, quei bastardi. Non mi vergogno a dire che negherei l’evidenza se mi proclamassi per l’uguaglianza di tutti i cittadini del mondo, perché i cittadini del mondo non sono tutti uguali: ci sono gli uomini e ci sono gli assassini. Vorrei dire tante cose, ma oggi è il momento di gridare la nostra rabbia stando in silenzio. Oggi è il giorno del rispetto verso le vittime. Oggi è un giorno di lutto, e tutto il resto sarebbe solo una cornice di parole inutili].

Categorie: Diario
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