Beh, inutile girarci intorno o sforzarsi di trovare un incipit diverso da “essere mamma è l’esperienza più meravigliosa e sconvolgente che la vita possa offrirci”, perché è la semplice verità.
Essere mamma, però, è tantissime cose.
Essere mamma è affrontare il dolore più viscerale, intenso e profondo che il corpo umano sia in grado di tollerare. Dicono che sia paragonabile al dolore che si proverebbe ad avere un certo numero di ossa rotte contemporaneamente: io non le ho contate, le mie ossa rotte, ma sono guarite nel momento in cui ho udito per la prima volta il pianto di mio figlio e sono diventata mamma.
Essere mamma è dimenticare all’istante il dolore per lasciare spazio alla gioia di abbracciare per la prima volta il proprio figlio, con quell’odore dolciastro di estenuante fatica e quell’incredibile sensazione tattile di vita che sboccia e che solo noi abbiamo il privilegio di provare.
Essere mamma è lottare da subito, con le unghie e con i denti, per far valere la propria opinione, debole ed insignificante contro l’esperienza di chiunque ci passi accanto anche solo per un saluto.
Essere mamma è istinto primordiale, è imparare il mestiere dei mestieri giorno dopo giorno, senza avere alcun libretto delle istruzioni chiaro ed universale che possa vestire alla perfezione qualsiasi nostro dubbio o bisogno.
Essere mamma è avere la capacità di decidere cosa è meglio (o cosa pensiamo sia meglio) per nostro figlio, a volte senza possibilità di inserire la retromarcia e cambiare idea e spesso con un tempo decisionale minimo, che rasenta l’istante.
Essere mamma è imparare a fare i conti con le proprie paure, con i propri timori, con le preoccupazioni e le ansie che comporta l’avere tra le mani la vita di un essere umano.
Essere mamma è nascondere la fragilità e le lacrime per mostrare a nostro figlio il nostro miglior sorriso, solo perché è lì che ci sta guardando.
Essere mamma è conoscere la fatica, mentale e fisica, ed imparare a conviverci o ad affrontarla anche quando una delle due prevale sulla capacità di reggersi in piedi dopo giornate estenuanti.
Essere mamma è non tirarsi mai indietro di fronte a qualunque ostacolo, ma saltarlo con tutta la grinta che spesso dimentichiamo di avere.
Essere mamma è imparare a stare al passo con i repentini mutamenti di nostro figlio, senza perdere il ritmo o restare indietro anche solo di un passo.
Essere mamma è insegnare ai figli (oggi) ad essere degli straordinari adulti (domani).
Essere mamma è sperimentare gioie continue, che si susseguono rapidamente in un turbinio di emozioni che non smette mai di girare, di crescere e di stupirci.
Essere mamma è amore assoluto.
Essere mamma è la più grande responsabilità del mondo.
E in effetti, pensandoci e ripensandoci, non credo che ci siano parole diverse per descrivere che cosa so dell’essere mamma, se non che “essere mamma è l’esperienza più meravigliosa e sconvolgente che la vita possa offrirci”.
Ecco che cosa so dell’essere mamma.
Ecco che cosa so dell’essere la mamma di Niccolò.
“Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant’anni e più la guardo
e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo, un riso
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore, farei tutta la vita
il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch’io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio prego in cielo accolto
non chiederei al gran pittore d’Urbino
il pennello divino per coronar di gloria
il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei…
dal sacrificio mio ringiovanita!”
Edmondo De Amicis
“Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti si’, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si riaccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar senz’ali.”
Dante Alighieri