Io a questa cosa che “la natura è perfetta così com’è” non è che ci creda fino in fondo.
La natura è meravigliosa, spettacolare, tanto fragile quanto potente, sbalorditiva e stupefacente.
Ma non è perfetta, secondo il mio modestissimo parere.
Cara Madre Natura, mi rivolgo proprio a te, fornendoti qualche spunto a supporto della mia tesi affinché tu possa valutare se esiste la remota possibilità che si possa dare un’aggiustatina a qualche cosuccia che non finisce di convincermi.
Eccoti qui qualche domandina facile facile:
1. Le zanzare
Passino le api, perché se non esistesse l’impollinazione mi pare di capire che saremmo tutti morti. Ma le zanzare?! Ne vogliamo parlare un attimo?! A cosa servono?! A stare chiusi in casa con le finestre sigillate?! Ad alimentare l’industria di spray, creme, cremine, dopopuntura e zanzariere?! A subire punture in posti inimmaginabili e procurarci pruriti che non possono essere soddisfatti da delle sonore grattate in pubblico perché levarsi una scarpa e grattarsi il mignolino o grattarsi la piega della chiappa è disdicevole?! Spiegamelo, ti prego, magari potrai fornirmi spunti interessanti che possano farmi cambiare idea e farmi vedere le zanzare sotto un’altra prospettiva.
2. Il ciclo
A cosa serve questa cosa che tutti i santi mesi le pareti uterine s’ispessiscono per prepararsi ad accogliere una nuova vita e poi, se l’ovulo non viene fecondato, si sfaldano dando vita alle mestruazioni?! Cioè praticamente noi donne abbiamo un cantiere aperto circa quarant’anni dove ogni mese arrivano gli operai, lavorano, poi arriva l’impresa di demolizioni e si sbaraccano i ponteggi e si tira giù tutto, poi arriva un nuovo costruttore e ricominciano i lavori. Così, ogni mese. Bene, però visto e considerato che tutto ‘sto macello serve ai fini procreativi, non possiamo fare che io ti avviso su quando ho in programma un’eventuale futura gravidanza e tu ti segni in agenda che fino a tale data possiamo anche considerare chiusa la fabbrica?! Perché se no mi sembra davvero un grandissimo spreco di piastrine, uno spargimento di sangue senza fine e senza fini, una spesa in assorbenti che investirei volentieri in beneficienza e una cinque giorni di umore ballerino che poco si addice ad un carattere docile e mansueto come il mio.
3. Le smagliature
A me sì e agli altri no. Scusami, eh, ma se permetti o a tutti o a nessuno. Facciamo a nessuno che siamo tutti più contenti. Queste discriminazioni proprio non le accetto.
4. Il metabolismo lento
Vedi sopra. Perché non può essere che mia mamma la sera si mangia venti biscotti con la Nutella e dimagrisce, io bevo una Coca Cola Zero e devo cambiare taglia di pantaloni.
5. Il parto
Va bene che qui entra in gioco la soglia del dolore, che è molto soggettiva. Ma vogliamo parlare della durata?! I nove mesi di gravidanza ce li smazziamo tutte quante allo stesso modo e gradiremmo davvero parecchio che si stabilisse una durata fissa del travaglio, perché se no qua è un gran casino. La compagna di stanza arriva in ospedale dilatata di due centimetri, comincia ad urlare chiedendo l’epidurale e dopo mezz’ora le fanno presente che non è più il caso di farla perché sta per partorire. Mezz’ora e tutto è finito. E come me lo spieghi che io sono entrata in ospedale alle 20,30 già in travaglio, dilatata di due centimetri e alla visita delle 2 di notte, mentre imploravo l’epidurale dopo cinque ore di parolacce sibilate tra i denti, a momenti mi dicevano che era ancora troppo presto perché ero dilatata di soli tre centimetri?! Queste cose non si fanno, Madre Natura, io te lo dico perché se un domani dovessi fare un altro figlio gradirei tanto che tu pareggiassi i conti, tipo che entro in ospedale e scodello la creatura in un’oretta. Cosa ne dici?! Ci stai?!
6. La cellulite
Trovo davvero poco carino che a causa di un malfunzionamento idrico a te imputabile le mie gambe sembrino due Emmenthal. Sempre il solito discorso: a me sì e alle altre no. Capisco di starti a cuore, ma gradirei davvero tanto che tu ti dimenticassi di me e dedicassi le tue disattenzioni a qualcun’altra, perché non si può andare avanti così.
7. La cacarella
Ribadisco ancora una volta, rischiando di diventare ripetitiva: a me sì e agli altri no. Perché la colite a me?! Perché l’intolleranza al lattosio a me, che amo lo zola, e non a chi il formaggio non può nemmeno sentirlo nominare?! Regala questa intolleranza intollerabile ai vegani, che tanto loro non rischiano di avere attacchi fulminanti di cacarella mentre passeggiano in centro città con il figlio nel passeggino e il cane al guinzaglio in una zona dove i cessi fanno schifo solo a guardarli.
Potrei proseguire per altre due ore abbondanti ad elencarti cose che non ti sono venute benissimo, ma mi fermo qui perché non vorrei urtare la tua sensibilità e rischiare di incasinarmi l’esistenza guadagnandomi anche un grappolo di emorroidi e due calcoli renali, che mi mancano solo quelli per fare jackpot e vincere il premio di sfigata dell’anno.
Cara Madre Natura, perché ce l’hai con me?!
Dimmelo, ti prego, ti prometto che mi comporterò bene e che ti manderò un elenco di persone a me molto care sulle quali potrai sentirti libera di sfogare tutte le tue frustrazioni, lasciandomi finalmente in santa pace una volta per tutte.
Perché di regali me ne hai fatti già abbastanza e, scusa se te lo dico, ma fanno tutti parecchio cacare.
Cosa ne dici?!
Ci stai?!
[Se dovessi trasformarmi in una sirena sarà certamente merito di questo mio accorato appello. Se domani, invece, dovesse spuntarmi un corno in mezzo alla fronte, significa che a Madre Natura sto veramente sulle palle. Pure a lei. Come direbbe Marge Simpson, un’altra persona da cancellare dall’elenco degli auguri di Natale].