Se c’è una cosa di cui spesso mi pento è certamente di non aver imparato l’inglese in modo adeguato e di essermi preclusa delle opportunità che chissà dove mi avrebbero portata: forse da nessuna parte, ma d’altronde chi lo sa?
C’è stata quella professoressa al liceo che proprio non sopportavo e che mi rendeva tanto fastidioso quanto forzato e temuto il dover studiare in preparazione alle sue antipatiche interrogazioni.
C’è stata quella proposta di trascorrere del tempo all’estero per frequentare un corso di inglese che mi avrebbe restituita al Bel Paese con una pronuncia very British ma io, indovinate un po’, da brava adolescente stupida ho rifiutato senza pensarci due volte, “Tanto non serve a niente”.
Ci sono state tante volte, tante occasioni, ma io non ne ho mai colta nemmeno una.
E indovinate un po’?!
Me ne sono pentita alla grande.
Me ne sono pentita ogni volta che ho presentato il mio curriculum per un posto di lavoro; me ne sono pentita ogni volta che ad un colloquio mi veniva chiesto il livello di conoscenza della lingua inglese e, accanto ad uno scritto adeguato, presentavo una pronuncia imbarazzante; me ne sono pentita ogni volta che al lavoro, rispondendo al telefono e trovandomi all’altro capo della cornetta un interlocutore estero, dirottavo la chiamata alle colleghe per imbarazzo e per non rischiare di dire idiozie; me ne sono pentita ogni volta che in viaggio chiedevo informazioni e venivo capita per un decimo del discorso.
Me ne sono pentita tante di quelle volte da aver perso il conto.
Me ne sono pentita al punto da aver deciso per Niccolò, insieme a Gianluca, di puntare su un apprendimento naturale e spontaneo della lingua inglese già a partire dal nido.
Nessuna fretta anzi, al contrario, la scelta è stata dettata proprio dal desiderio di fare in modo che l’apprendimento non fosse legato ad un mero banco di scuola ma fosse un processo graduale ed autonomo.
Ed è in quest’ottica che, per nutrire ed arricchire questo percorso e conoscere altre realtà vicine alla filosofia che abbiamo scelto, oltre a frequentare come ben sapete un asilo esclusivamente in lingua inglese, a volte mi piace accompagnare Niccolò a scoprire attività e laboratori organizzati da strutture incentrate sul metodo naturale di apprendimento della lingua inglese.
In particolare, ho avuto il piacere di visitare personalmente una delle scuole milanesi di Kids&Us in occasione di uno speciale laboratorio creativo natalizio nel quale i bambini hanno avuto la possibilità di realizzare e dipingere dei simpatici lavoretti natalizi, scrivere ed imbucare la letterina per Babbo Natale e sperimentare i materiali didattici che Kids&Us mette a disposizione dei propri studenti e di chi desidera tenere allenati i bambini, divertendosi, anche a casa.
Il tutto, ovviamente, completamente in lingua inglese.
Perché alla base del metodo Kids&Us c’è proprio il fatto che qualsiasi bambino, se messo a contatto con l’inglese sin da piccolo nella quotidianità e nella naturalezza delle situazioni di tutti i giorni, ha l’opportunità ed il privilegio di imparare la lingua inglese in modo totalmente naturale e spontaneo, senza forzature e senza affanni.
Lo dimostra il fatto che Niccolò, che questa full immersion nella lingua inglese la sta vivendo da un anno, nel corso delle attività proposte da Kids&Us si è spesso espresso menzionando ad esempio i colori in lingua inglese oppure rispondendo alle domande che le teachers gli rivolgevano in lingua inglese, dimostrando di aver compreso cosa gli stessero chiedendo.
Il mio giudizio, sia sul metodo che sulla struttura, è pertanto assolutamente positivo.
Per qualsiasi domanda inerente Kids&Us, vi invito a visitare il sito.
Se avete invece curiosità in generale, sarò ben felice di continuare a rispondere alle vostre numerose domande invogliandovi ad informarvi ed approfondire le tematiche legate alla scelta di questo tipo di percorso formativo.