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L’amore ai tempi del dopoguerra

Sono una di quelle persone che ancora si emoziona davanti a qualche pezzo di carta ingiallito scovato da qualche parte sul fondo di un cassetto.

È più o meno così che qualche giorno fa mio papà ha trovato, in una stanza della bottega adibita ad archivio delle memorie, un piccolo libricino marrone e impolverato con sopra scritto “Nozze”.

Dentro, un fascino immenso. 

Nascosto tra le prime pagine, il certificato di matrimonio dei miei nonni paterni, sposati a Milano il 18 maggio 1946 nella Basilica di Sant’Ambrogio da tale Don Luigi Gaviraghi.

Un pezzo di carta ripiegato male in quattro che, per me che sono una precisa maniacale, suona quasi come un delitto.

Un pezzo di carta di quelli che apri piano, sfiorandolo con i polpastrelli, tanto fragile da sbriciolarsi solo a guardarlo con troppa intensità.

Qualcuno potrà trovare noioso questo racconto, ma per me che ho passato anni a rovistare e ravanare in cantina, in garage e nei cassetti di casa e nei pertugi degli scaffali del soggiorno dei miei nonni alla ricerca di cimeli, è oro.

Dicevo, comunque.

Il menzionato pezzo di carta era ripiegato all’interno di un libricino marrone che, a guardarlo bene, è un vero e proprio vademecum del matrimonio ai tempi del dopoguerra, intitolato “Ricordo di Nozze”.

Nella prima pagina sono riportati i dati dei coniugi e la pagina successiva, ovviamente compilata in seguito di volta in volta, riporta le informazioni relative alla nascita dei figli (in questo caso di mio papà e dei miei due zii).

Seguono, poi, altre quattro pagine bianche adibite all’inserimento anagrafico di eventuali ulteriori nascite (già, le famiglie numerose!).

Dopodiché, si apre il mondo.

C’è veramente di tutto, in questo pezzo di storia dalle pagine ingiallite dal tempo. 

Bizzarro in alcuni punti, lungimirante in altri, incredibilmente attuale nella sua sostanza.

Tralasciando tutta la parte legata alla cristianità dove si elencano i precetti, i doveri coniugali e le osservanze religiose (come quella di battezzare i figli entro otto giorni dalla nascita), il resto è straordinario.

Non che non mi interessino gli aspetti religiosi, però diciamo che ad aver scatenato la mia curiosità è stato ben altro.

Ovviamente, di bizzarro, c’è l’imposizione dei ruoli: ci si aspetta un uomo autoritario e una moglie fedele e rispettosa.

Si parla di doveri comuni, attualissimi, come quello della reciproca fedeltà e dell’educazione dei figli.

Si parla poi di doveri particolari, quasi totalmente finiti nel dimenticatoio, e oserei dire menomale, visto che rimandano alla sottomissione della sposa e all’autorità del marito.

E poi si parla di tutto e di più, ci sono veramente una giungla di consigli: sulla gestione della casa e le pulizie, sulla cura della persona e l’igiene, ci sono perfino consigli sulle letture o sui divertimenti leciti e in grado di preservare l’integrità morale. Ovviamente gran parte del testo, a leggerlo oggi, è alquanto bislacco e strappa risate e sorrisi: pare, ad esempio, che andare a ballare fosse cosa da ragazze civette e con tanti grilli per la testa e che fosse la via più breve per la perdizione.

Infine ci sono due capitoli pratici dedicati all’allevamento dei figli ed alle nozioni di primo soccorso: credetemi, sono di un’attualità disarmante e, nonostante siano caratterizzati da paragrafi brevi e concisi, raccontano tutto l’essenziale che c’è da sapere sull’allattamento, sull’igiene, sulla preparazione del latte, sullo svezzamento, sulla cura delle ferite e delle scottature.

Credetemi, di tutto.

Tanto per dire, si spiega che i bambini non devono essere baciati da persone estranee e io solo per questo sono qui che batto le mani all’autore di questo libercolo stampato nel 1938

Sono tre giorni che mi rigiro tra le mani “Ricordi di nozze”.

Sfoglio le pagine, analizzo i contenuti, ogni volta mi sorprendo per qualche sfumatura non colta nell’analisi precedente, un po’ mi stupisco, un filo mi incazzo, sorrido parecchio, mi emoziono qua e là.

Stringo tra le mani un tesoro, strettamente legato alle mie origini e testimonianza di un matrimonio ed un amore che il tempo ha saputo conservare.

Un amore come tanti, l’amore dei miei nonni.

L’amore ai tempi del dopoguerra.

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