Oggi vi racconto una storia.
Una storia di quelle belle, di quelle che lasciano un sapore dolce in bocca e il cuore di due misure più grande (che neanche il Grinch a Natale).
La storia di Slash.
Nato non si sa quando e non si sa dove, figlio di madre ignota e di padre peggio ancora e finito nella vetrina di un negozio non si sa come e passando non si sa quali sofferenze.
Poi siamo arrivati io e marito.
Eravamo ancora ragazzini, due bei fresconcelli impulsivi ed incoscienti.
Parlavamo una sera del desiderio di avere un cane. E parlavamo di quanto tutti e due fossimo innamorati dei bouledogue francesi.
Il giorno dopo, neanche a farlo apposta, passando distrattamente da una strada abbiamo intravisto lui, triste e mogio in quella vetrina.
Erano in due, quel giorno, in quel box che si affacciava sulla strada: non sappiamo se fossero fratelli, sappiamo solo che uno si tuffava di testa contro la vetrina, giocherellone ed iperattivo. L’altro se ne stava rannicchiato in un angolo con il musetto avvilito ed il corpicino tremolante.
Erano due bouledogue francesi.
Non sto scherzando: abbiamo fatto inversione di marcia, siamo tornati indietro, siamo entrati nel negozio e dopo dieci minuti siamo usciti con in mano tutto l’occorrente per tornare l’indomani a prendere il nostro sgorbio peloso.
Il bastardo era riuscito nell’intento d’intenerirci.
Vi prego di evitarmi le pappardelle circa la mia incoscienza nell’aver acquistato un cane in negozio, alimentando così il traffico illegale di cani dall’est Europa ed avendo così, contemporaneamente, condannato un randagio in canile ad un inesorabile destino.
Davvero, non provateci nemmeno.
Abbiamo affrontato un inizio burrascoso, fatto di cacca ovunque, pipì non ne parliamo nemmeno, piagnucolii notturni e guaiti per ogni sciocchezza.
Poi, pian piano, crescendo, siamo riusciti ad insegnargli i primi rudimenti di educazione, come non cagare in soggiorno o evitare di distruggere i giochi in ventisette secondi netti.
Alla fine ci siamo trovati con un vero ometto: simpatico, educato e gentile.
E capace di renderci succubi.
Slash ci ha letteralmente rimbecilliti.
Avete presente le tipiche frasi “se mai avessi un cane, col cavolo che lo farei salire sul divano!”.
Rimuovetele dalla vostra testa.
È sempre facile parlare e giudicare senza essere direttamente coinvolti. Difficile, poi, è mettere in pratica.
Con l’arrivo di Niccolò devo confessare che ho nutrito dei seri dubbi sulla compatibilità di Slash con l’avvento di un nuovo umano in casa. Ma, come sempre, sono stata smentita in toto.
Ho passato tre giorni orribili, al rientro dall’ospedale, devo ammetterlo: Slash piangeva in continuazione e non mi mollava un attimo, per un insieme di sentimenti che andavano dalla gelosia (comprensibile) alla nostalgia delle mie coccole (altrettanto comprensibile) alla voglia di stare con me dopo quattro giorni di lontananza assoluta (altrettantissimo comprensibile).
Ma Slash è stato capace di dissipare tutte le mie paure e le mie ansie in un attimo, con un solo gesto: Niccolò non aveva neanche dieci giorni, era sul divano e dormiva; io mi ero allontanata per mettermi una felpa. Sono tornata in soggiorno e Slash era sul divano, seduto accanto a Niccolò. Lo annusava e lo osservava con una curiosità strana, qualcosa di molto simile al rispetto (o alla voglia di assaggiarlo, non saprei) e l’impressione che si percepiva dall’esterno era che volesse accudirlo.
Da quel momento Slash è diventato l’ombra di Niccolò.
Io mi sono sciolta.
E ho capito.
Ho capito tutto, in un istante.
E non vi sto a spiegare che cosa ho capito, perché sarebbe troppo complicato.
Ma vi posso dire quello che so.
Quello che è.
I bambini e i cani vedono il mondo con gli stessi occhi.
E lo affrontano con la stessa purezza d’animo.
Quella stessa purezza d’animo che vedo mancare in molte altre specie terrestri.
Così, ora, conoscete il significato che ha per me la foto di copertina di questo blog.

Perché se ho una certezza, nella mia inutile vita, è che l’indissolubile legame che si crea tra un bambino ed un animale è un legame destinato a durare in eterno.