Ok, un pò me la sono anche cercata.
Pubblico un’infinità di foto su Instagram, con annesse didascalie più o meno serie. Ed ho aperto questo blog, dove dico quello che mi passa per la mente, che piaccia o non piaccia.
Ecco, diciamo che il problema sta un pò tutto in questo “piaccia o non piaccia”.
Perchè quello che pubblico quasi sempre non piace a qualcuno.
E ci sta. Assolutamente. Non discuto sulla possibilità di poter piacere o non piacere.
Ma ultimamente non posso pubblicare nulla senza che mi si diano consigli non richiesti o mi si muovano rimproveri di ogni sorta.
Posto una foto del Nic sul fasciatoio e il fasciatoio non va bene perchè non è ergonomico e ha gli spigoli e se cade muore.
Posto una foto del cibo che cucino e non va bene perchè adesso non è stagione per la coltivazione del dragoncello rosso del Belize per cui forse sarebbe meglio se cucinassi la patata arancione del Costa Rica perchè in questo periodo è il suo momento di gloria.
Posto una foto del posto dove vado ad allenarmi in pausa pranzo e non va bene perchè il macchinario che uso va a sovraccaricare lo scafoide ed il metatarso e quindi sarebbe meglio se usassi delle casse d’acqua legate ad un bastone però l’acqua deve essere rigorosamente Vitasnella perchè le altre hanno una forma non ergonomica e mi farei più male che bene.
Posto una foto delle scarpe che ho comprato e non vanno bene perchè su internet una ragazza ha letto che se le indossi la sera fanno venire quasi di sicuro un tumore al piloro perchè la posizione del piede influisce negativamente sulla digestione facendo marcire nell’esofago il cibo che ingeriamo.
Robe così.
Robe con comprovate verità assolute basate su certificati studi scientifici di chissà dove e scritti da chissà chi.
Ma robe di cui, francamente, a me non frega una beata mazza.
Mi piacciono molto gli scambi di opinioni, ma finchè si rimane nella legittima libertà di espressione.
Perchè un conto è commentarmi una foto di una cassa di spinaci dicendomi “guarda io ti consiglio vivamente di provare quelli del Lidl perchè sono fantastici” e un conto è dirmi “io assolutamente non darei mai al mio Ciccisbrullo gli spinaci così perchè sono troppo ricchi di questo e quello”. C’è una bella differenza tra le due frasi. Una è un suggerimento amichevole.
L’altra è una critica.
Io non posto mai una foto dicendo “se non mangiate gli spinaci siete deficienti” ma scrivo, sulla base dei miei gusti e delle mie scelte “a casa mia gli spinaci sono d’obbligo”. Ripeto e sottolineo “a casa mia”.
Le critiche maggiori ricadono sulle mie scelte alimentari.
Quindi, giusto per darvi un quadro completo delle mie discutibili scelte, fatte sulla base di quello che ritengo giusto per me, per la mia famiglia, per mio figlio e nessun altro, vi informo che:
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Mi sono data al biologico, limitatamente alle materie prime che consumiamo quotidianamente e che sono soggette ad infinite lavorazioni. Non uso più zucchero bianco raffinato ma uso zucchero integrale di canna. Non uso più sale marino iodato ma uso sale integrale di Sicilia. Compro riso biologico, pasta integrale, farina biologica ed annessi e connessi.
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Non consumo surgelati all’infuori del pesce e di qualche lecita schifezza pronta all’uso in caso di emergenza alimentare.
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Il misto per soffritto lo preparo io sminuzzando a mano sedano, carota e cipolla.
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Acquisto solo frutta e verdura fresca. Non mi importa se le clementine sono spagnole ed il pomelo israeliano. Ovvio, nel limite del possibile acquisto prodotti italiani, ma se mi voglio togliere lo sfizio di mangiare le fragole a dicembre le compero e basta.
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Ho ridotto all’osso il consumo di carne. E quella poca che acquisto la prendo solo ed esclusivamente dal mio macellaio di fiducia, che macella solo animali cresciuti ed allevati nel suo allevamento a chilometro zero.
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Consumo solo ed esclusivamente olio extravergine di oliva DOP o DOC prodotto in Italia con olive italiane.
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Ho drasticamente diminuito il consumo di latticini allo stretto indispensabile ed ho deciso che mio figlio non verrà cresciuto a quintali di latte vaccino.
Punto.
Queste decisioni sono maturate piano piano e diventate via via sempre più concrete.
Mi sono documentata ed ho fatto le mie scelte.
Sbagliate?
Questo non lo so. E nemmeno mi arrogo la presunzione di affermare che chi agisce in maniera diversa è deficiente o ignorante.
Io, comunque, ho trovato molto interessante e veritiero questo articolo, che condivido con voi solo come spunto per chi la pensa, anche solo parzialmente, come me. E ci tengo a precisare che non è il mio mantra ma solo un articolo, da prendere per quello che è.
“Chi tra i nostri lettori ha deciso di intraprendere un vero e proprio cammino verso una maggiore consapevolezza alimentare conosce bene quante e quali insidie possano nascondersi dietro gli alimenti confezionati e di produzione industriale, spesso eccessivamente ricchi di sale, zucchero e grassi, tanto da spingere alcuni governi verso la proposta di tassare quei cibi ritenuti maggiormente dannosi per la salute.
E’ ormai un dato di fatto: alimentazione scorretta e malattie del benessere sono strettamente correlate. La prevenzione è la regola principale ed essa non può che passare attraverso abitudini alimentari realmente corrette, che dovrebbero prevedere una drastica eliminazione dei seguenti cinque ingredienti raffinati d’uso comune.
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Lo zucchero raffinato è tra i maggiori imputati dell’insorgere di quelle che vengono definite come malattie del benessere: diabete, obesità, problemi legati al metabolismo, ipertensione, danni a livello del fegato. Secondo studi recenti, lo zucchero raffinato sarebbe da considerare tra le cause che ogni anno provocano la morte di 35 milioni di persone, con particolare riferimento al diabete ed alle malattie cardiocircolatorie. Il consumo di zucchero bianco sarebbe triplicato nel corso degli ultimi 50 anni ed andrebbe drasticamente ridimensionato. Esso, sia che venga derivato dalla barbabietola o dalla canna da zucchero, per assumere il candore che noi tutti conosciamo, subisce procedimenti di raffinazione che comprendono l’impiego di calce, zolfo e carbone animale, oltre che di coloranti utilizzati per eliminarne i riflessi giallognoli. Lo zucchero risulta in questo modo impoverito sia dei minerali che delle proteine presenti nelle materie prime di partenza. Anche lo zucchero greggio viene trattato con zolfo, ma in seguito non subisce processi di decolorazione. Alternative: Tra i sostituti dello zucchero raffinato possono esservi la stevia (non lavorata industrialmente), lo sciroppo di riso, il succo concentrato di mela o uva, lo sciroppo d’acero o d’agave.
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La farina 00 rappresenta spesso l’ingrediente di base di numerose preparazioni sia casalinghe ed industriali. E’ sufficiente aprire qualsiasi comune ricettario per rendersi conto di come tra gli ingredienti per la preparazione di una torta casalinga, che dovrebbe dunque risultare più “sana” rispetto ad un prodotto confezionato, vi sia per la maggior parte delle volte la farina 00, cioè la più raffinata tra le farine in commercio. Tramite i processi di raffinazione questo alimento perde purtroppo gran parte del proprio contenuto nutritivo, con particolare riferimento al germe contenuto nei chicchi, ricco aminoacidi, sali minerali e vitamine del gruppo B ed E. Gli effetti negativi dell’impiego abituale di farina 00 nella propria alimentazione sonostati posti in luce dal Professor Franco Berrino, ex direttore del Dipartimento di medicina predittiva e per la prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e consulente della Direzione scientifica. Egli sottolinea come provochi un aumento della glicemia e il conseguente incremento dell’insulina, fenomeno che nel tempo porta ad un maggior accumulo di grassi depositati e ad un indebolimento generale dell’organismo, rendendolo maggiormente esposto nei confronti delle malattie, tumori inclusi. Alternative: la farina raffinata può essere sostituita da farina integrale o semi-integrale (farina di tipo 2). Meglio ancora ricorrere a farine artigianali acquistate nei molini e macinarsele in casa con apparecchi appositi.
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La notizia è recentissima. In Italia il consumo di sale è ancora eccessivamente elevato e ben superiore a quanto raccomandato da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Mentre non si dovrebbero mai superare i 5 grammi di sale al giorno, il suo consumo nel nostro Paese sarebbe quasi il doppio. L’eccessivo consumo di sale è legato all’insorgere di malattie cardiovascolari è può incidere negativamente su situazioni già presenti di ipertensione. Gli esperti confermano che riducendo il consumo di sale si potrebbe evitare la morte di almeno 26 mila persone ogni anno. E’ necessario anche sottolineare che la tipologia di sale che si decide di utilizzare sulla propria tavola non è da sottovalutare. Alternative: Se, da una parte, è possibile evitare un consumo eccessivo di prodotti confezionati molto ricchi di sodio, dall’altra si potrebbe sostituire il comune sale da cucina con del sale integrale (sale marino integrale, sale rosa dell’Himalaya), che, a differenza del sale ottenuto industrialmente, presenta, oltre al cloruro di sodio, un contenuto da non sottovalutare di sali minerali come calcio, magnesio, potassio, ferro, rame e iodio
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Ecco un altro ingrediente onnipresente in numerosi alimenti confezionati sia dolci che salati. L’olio di palma, quando non indicato come tale, potrebbe nascondersi comunque dietro la sibillina dicitura in etichetta di “olio vegetale” o “oli vegetali”. Urge in questo senso, a tutela dei consumatori, la diffusioni di indicazioni maggiormente chiare all’interno delle liste degli ingredienti presenti sulle confezioni degli alimenti. L’olio di palma è ritenuto dannoso per la salute per vie del suo elevato contenuto di grassi saturi, che può raggiungere anche il 50% nel caso dell’olio di palma derivato dai frutti e l’80% nell’olio di palmisto, derivato dai semi. Ad un’alimentazione eccessivamente ricca di grassi saturi, si lega un maggiore rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Dal punto di vista ambientale, la produzione di olio di palma contribuisce purtroppo alla deforestazione di aree dal valore naturalistico inestimabile, comprese antiche foreste pluviali. Alternative: Per evitare l’olio di palma sarebbe necessario controllare con attenzione le liste degli ingredienti, diffidare da snack, merendine, piatti pronti e creme spalmabili industriali e passare all’autoproduzione casalinga degli stessi, utilizzando oli più equilibrati, come l’olio extravergine d’oliva o oli vegetali biologici spremuti a freddo.
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La diffusione dei grassi idrogenati nei prodotti industriali va spesso di pari passo con quella dell’olio di palma. Margarine, merendine alla crema, piatti pronti già conditi, surgelati e prodotti da forno di vario tipo possono contenerne. La loro presenza è sempre indicata in etichetta, quindi è sufficiente porre attenzione a ciò che si acquista per fare in modo di evitarli il più possibile. I rischi per la salute relativi ai grassi idrogenati sono legati alla loro capacità di aumentare i livelli del colesterolo LDL e di diminuire quelli del colesterolo HDL, considerato “buono”. Un’alimentazione che prevede un consumo disattento di grassi idrogenati può rendere i vasi sanguigni meno flessibili ed influire negativamente sulla pressione del sangue. I grassi idrogenati sono ottenuti tramite un processo di lavorazione degli oli insaturi, che mira ad ottenere grassi di consistenza differente, a seconda degli impieghi industriali. Si ottengono così dei grassi insaturi, anche denominati “grassi trans”, la cui presenza nella dieta è stata legata alla comparsa di ictus, arteriosclerosi e malattie coronariche. Altenative: come sopra”.
Per chiudere questo post vi dedico una canzone che non passerà mai di moda, almeno nel contenuto perchè in realtà, come canzone, mi sa che non ha venduto più di 1.000 dischi di cui 350 sono andati ai parenti dell’autore.
“Tu sei buono e ti tirano le pietre.
Sei cattivo e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,
sempre pietre in faccia prenderai.
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
Non sei ricco e ti tirano le pietre
Al mondo non c’è mai qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà!
Sarà così
finché vivrai
Sarà così
Se lavori, ti tirano le pietre.
Non fai niente e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, capire tu non puoi
se è bene o male quello che tu fai.
Tu sei bello e ti tirano le pietre.
Tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai
che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così
finché vivrai
Sarà così
Tu sei buono e ti tirano le pietre.
Sei cattivo e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,
sempre pietre in faccia prenderai.
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
Non sei ricco e ti tirano le pietre
Al mondo non c’è mai qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà!
Sarà così finché vivrai
Sarà così
Se lavori, ti tirano le pietre.
Non fai niente e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, capire tu non puoi
se è bene o male quello che tu fai.
Tu sei bello e ti tirano le pietre.
Tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai
che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così finché vivrai
Sarà così …”
Antoine e Gian Pieretti
Perchè la verità è che troverete sempre qualcuno a cui non andrà bene ciò che dite o ciò che fate o ciò che siete.
L’importante, amiche mie, è sbattersene.